Eolie, Patrimonio dell'Umanitā

Eolie, Patrimonio dell'Umanità

“A Nord-Est della Sicilia, Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea sono le sette isole dell’arcipelago delle Eolie, come una sorta di parco archeologico in perenne evoluzione: la cenere, le lave e il materiale eruttato preservano le vestigia del passato e le restituiscono perfettamente conservate.
Sette isole dove all’incomparabile natura, spiagge, cale, grotte, insenature, faraglioni, si aggiungono l’incomparabile varietà e ricchezza di fondi marini, oltre ai vari aspetti geologici e vulcanologici di settemila anni di storia.”
Iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco
Cairns (Australia), 27 novembre - 2 dicembre 2000
 
Le Isole Eolie. 
Le Isole Eolie (Ìsuli Eoli in siciliano), dette anche Isole Lipari, sono un arcipelago dell’Italia appartenente all’arco Eoliano, in Sicilia. L’arcipelago, di origine vulcanica, è situato nel Mar Tirreno, a nord della costa siciliana. Comprendono due vulcani attivi, Stromboli e Vulcano, oltre a vari fenomeni di vulcanismo secondario. Amministrativamente compreso nella provincia di Messina, l’arcipelago è una destinazione turistica sempre più popolare: le isole, infatti, attraggono fino a 200.000 visitatori annuali.
Lipari
Lipari, l’antica Meligunis greca, é la più grande e popolosa isola dell’arcipelago, dove la presenza dell’uomo è costante da oltre seimila anni.
Importante il Castello di Lipari con l’antico chiostro di epoca normanna, la Cattedrale del XIII secolo, la Chiesa del purgatorio del XIII secolo, l’Acropoli e i resti delle tombe di età greco-romana, il Museo archeologico e le chiese barocche.
Lungo la costa sono presenti numerose spiagge bianche di pomice con i colori del mare che variano dal turchese al blu intenso, creando un paesaggio unico e suggestivo. Oggi i fenomeni di vulcanismo sono limitati alla presenza di attività fumarolica e di sorgenti calde, localizzati nel versante occidentale dell’isola.
 
Vulcano
Terza isola dell’arcipelago per dimensioni, Vulcano è la più meridionale delle Eolie.
L’antica isola di Efesto, dio greco del fuoco, diventò con i romani “Vulcano” e rimase disabitata a causa della forte attività vulcanica. Attualmente tale attività è limitata alle emissioni fumaroliche, presenti pressoché ovunque, l’ultima grande eruzione avvenne nel 1888. La zona del porto e l’istmo di Vulcanello sono tra i paesaggi più suggestivi e peculiari del Mediterraneo.
 
Panarea
Panarea è la più piccola fra le isole dell’arcipelago, l’ipotesi geologica è quella che sia parte di un grande cratere vulcanico distrutto. L’isola presenta una notevole varietà di ambienti così da costituire un’interessante meta naturalistica.
 
Stromboli
Stromboli è l’unica isola dell’arcipelago con un’attività vulcanica permanente. Le eruzioni sono alternate e il fenomeno è definito “attività stromboliana” famosa dizione riportata su tutti i principali testi di geologia e vulcanologia.
Questa isola è la più settentrionale dell’arcipelago e si eleva con forti pendenze fino a 924 metri sul livello del mare. Il suo territorio si presenta poco accessibile, ma le poche zone pianeggianti sono coltivate a vigneti e rinomata è la produzione di “malvasia”.
 
Filicudi
L’isola di Filicudi ha un’estensione di 9,5 Kmq, e un sviluppo altimetrico massimo di 774 m sul livello del mare. L’etimologia del nome greco, Phoinikodes, deriva, secondo Aristotele, dall’abbondante presenza di palme o, secondo altri, dalle felci cui è intitolato il rilievo più alto dell’isola.
 
Alicudi
Alicudi, è una delle isole geologicamente più recenti. Oggi è scarsamente popolata e il suo versante orientale si presenta quasi interamente con terrazzamenti, mentre il versante occidentale, aspro e selvaggio, è rimasto disabitato ed è impraticabile a causa delle forti pendenze.
 
Salina
I primi colonizzatori dell’antica Grecia chiamarono quest’isola con il nome di Didyme, proprio per l’inconfondibile aspetto delle due montagne “gemelle” che si stagliavano alte sul mare. Salina ha una forma trapezoidale, con al centro la fertile sella di Valdichiesa, coltivata a vigneti di “malvasia”.
 
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