Alicudi

Alicudi, l’antica Ericusa, nome dovuto alle boscaglie di eriche di cui è ammantata buona parte dell’isola. L’isola è costituita da un vulcano a strato complesso. Nella parte sud – occidentale esso è coperto da alcuni vulcanelli con cupole di ristagno. Ad Alicudi non si manifestano fenomeni endogeni né si riscontrano tracce di attività recente. Alicudi ha forma subconica culminante con il Filo dell’Arpa o Timpone della Montagnola (m 662). Il pendio occidentale dell’isola è ripido e disabitato; quello orientale è costituito da ripiani e disseminato di case tra le quali si leva, in pittoresca posizione, la Chiesa di S. Bartolomeo. Caratteristici il Serro della Farcona, cinto da alti precipizi e il Timpone delle Femmine, ubicato anche in località impervia; ivi si rifugiavano le donne durante le scorrerie saracene. Circumnavigando l’isola, si procede in un continuo variare di bei panorami; si ammirano pendici terrazzate coperte da cespugli e da fichi d’india, alte coste con stratificazioni di rocce nere e di conglomerato rossastro; anguste forre, valloni confluenti e un susseguirsi di alti, solenni precipizi che conferiscono al paesaggio un’impronta di maestosità inobliabile. Un abitato delle fasi iniziali della cultura di Capo Graziano (XVII – XVI sec. a.C.) doveva estendersi vicino al Porto, in contrada Pantalucci fino al torrione della contrada Fucile. Frammenti ceramici di età romana si trovano sparsi sulla costa orientale dell’isola.

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