Difendersi dai Vulcani

 

 

Attenzione ai vulcani!

ATTENZIONE: Prudenza nel visitare l'area craterica della Fossa di Vulcano.

Avvertenze generali: I gas emessi dalle fumarole del cratere sono nocivi alla salute: non respirateli. Fate anche attenzione a non accostarvi troppo ai punti di emissione: le alte temperature possono causare fenomeni di combustione.
Soprattutto, non scendete all'interno del cratere: vi possono essere concentrazioni pericolose di anidride carbonica, gas asfissiante che, essendo più pesante dell'aria, si accumula nelle depressioni. I gas emessi dalle fumarole sono costituiti in prevalenza da vapore d'acqua, anidride carbonica, anidride solforosa, ossido di carbonio e gas acidi quali gli acidi solfidrico, cloridrico e fluoridrico. E' pericoloso respirarli senza maschere con filtri adeguati. Gli oggetti metallici si rovinano a contatto con i gas e occorre indossare calzature adeguate per evitare scottature.

Difendersi dai vulcani
 

In epoca storica si sono avute in Italia eruzioni in otto aree vulcaniche: al Vesuvio (1944), ai Campi Flegrei (1538) ed a Ischia (1302) presso Napoli; a Lipari (VII sec. d.C.) a Vulcano (1888-1890) e Stromboli (permanentemente attivo) nelle isole Eolie; all'Etna (quasi sempre in attività) e nel canale di Sicilia dove nel 1831 nacque dal mare l'isola Fernandea e dove un’altra eruzione avvenne nel 1891 nel mare, a 5 km al largo della costa settentrionale di Pantelleria. In base al tipo di attività che li caratterizza, i vulcani possono venir distinti in effusivi, come l'Etna, che produce quasi solo colate laviche, ed esplosivi, come i Campi Flegrei, il Vesuvio e Vulcano, le cui eruzioni consistono prevalentemente nell'espulsione violenta di nubi di vapore e gas, cariche di frammenti incandescenti e materiale solido.Il primo tipo di vulcani può produrre ingenti danni, ma è poco pericoloso per le persone, quindi i piani d’emergenza possono scattare ad eruzione iniziata.

Nei vulcani esplosivi, invece, l'unica forma di difesa è la tempestiva evacuazione delle popolazioni dalle zone minacciate. Affinché tali misure di protezione possano venire adottate in tempo utile, è necessario disporre sia di un’efficiente rete permanente di sorveglianza che consenta di stabilire con sufficiente anticipo la ripresa dell'attività eruttiva, sia di piani che guidino gli interventi di protezione civile secondo uno scenario scientificamente attendibile dei più probabili fenomeni attesi.Dal 1983 queste attività sono svolte, per conto del Dipartimento della protezione civile, dal Gruppo Nazionale per la Vulcanologia che coordina tutte le strutture di ricerca italiane. Più recentemente, lo stesso dipartimento e la regione Siciliana hanno promosso la creazione di una struttura operativa - il sistema Poseidon - con il compito di assicurare il monitoraggio sismico della Sicilia orientale e la sorveglianza dei vulcani attivi siciliani, nonché di condurre attività di ricerca sui precursori dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche.

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