Vulcano

Vulcano
 

Salita al cratere di Vulcano

   

Vulcano primordiale

 

Vulcano, con i suoi 22 Kmq è la terza isola per estensione dell'arcipelago eoliano dopo Lipari e Salina, ed è costituita interamente da rocce vulcaniche. L'isola, con la sua altezza massima di 500 m s.l.m. rappresenta solo una piccola parte di un grosso apparato vulcanico che si estende sotto il mare fino a circa 1 Km di profondità. L'isola è costituita da cinque principali complessi vulcanici.

   

Caldera del Piano

 

E' la parte più antica dell'isola formatasi tra 120.000 e 100.000 anni fa. Si tratta di un cono costituito dall’alternanza di colate laviche, prevalenti, con livelli scoriacei e piroclastici. Originariamente il cono doveva avere un diametro, al livello del mare, di circa 5 km ed un’altezza della parte emersa di 800 - 1000 m.
   

Dopo una violenta eruzione esplosiva, avvenuta circa 100.000 anni fa, la parte sommitale del cono primordiale è sprofondata, dando origine ad una depressione grossolanamente circolare (Caldera del Piano) del diametro di circa 2,5 km delimitata da pareti subverticali di almeno 300 m. Questa depressione è stata successivamente riempita da colate laviche e, in misura minore, da prodotti piroclastici, risultato di numerose eruzioni avvenute tra 99.000 e 50.000 anni fa.

   

Vulcanello

 

Posto nel settore più settentrionale dell'isola, è costituito da una piattaforma lavica a cui si sovrappongono tre coni vulcanici parzialmente compenetrati ed allienati in direzione Ovest-NordOvest. Vulcanello si è formato, come isolotto indipendente, nel 183 a.C. Nel 1550 d.C. Vulcanello si è unito all'isola maggiore a seguito di una violenta attività esplosiva che ha formato l'istmo posto tra il Porto di Levante e il Porto di Ponente.

   

Caldera della Fossa

 

Si tratta di una struttura sub-circolare, posta a NO della Caldera del Piano, al centro della quale si erge l'apparato vulcanico attivo della Fossa di Vulcano. Anche questo cono si è formato per la successiva sovrapposizione di depositi piroclastici, i cui strati si alternano a subordinate colate laviche, emessi nel corso di eruzioni iniziate circa 6.000 anni orsono e il cui episodio più recente risale al 1888-90.

   

Lentia

 

Si tratta di una serie di colate e ammassi lavici (duomi) eruttati 24.000 - 15.000 anni fa, che costituiscono la porzione nord-occidentale dell'isola. Questo complesso lavico è stato successivamente interessato da un nuovo sprofondamento, che ha portato alla formazione della Caldera della Fossa.
 L'abitato di Vulcano si trova all'interno della depressione calderica della Fossa ed è dominato dall'omonimo cono eruttivo. Volgendo le spalle al porto, lo sguardo incontra una ripida parete formata da rocce massive di colore rossastro. Sono le lave (colate e duomi) che costituiscono il complesso della Lentia, eruttate tra 24.000 e 15.000 anni fa. La composizione riolitica del magma che le ha generate, molto ricca di silice, ha conferito a queste lave un'elevata viscosità e, quindi, una scarsa capacità di fluire, dando luogo alla formazione di grossi accumuli che prendono appunto il nome di duomi.
La contrazione termica durante il raffreddamento ha poi prodotto le vistose fessure che tagliano gli ammassi lavici, disponendosi a costituire una sorta di grossolana raggiera. La falesia che taglia di netto i duomi e ne mette a nudo la parte più interna, è il risultato del collasso che ha prodotto la caldera della Fossa.

   
Le fumarole del cratere della fossa

Il cono della "Fossa di Vulcano" è sempre stato sede di attività fumarolica che ha prodotto la deposizione di zolfo, cloruri e bromuri di ammonio, sodio e potassio, solfuri e solfosali di piombo e bismuto, solfati e borati. Prima dell'eruzione del 1888-90, alcuni forzati di una colonia penale erano impiegati nell'estrazione dello zolfo e dell'allume depositati da antiche fumarole anche nella zona del Faraglione, in prossimità del Porto di Levante, zona allora sostanzialmente disabitata. Negli anni successivi l'attività fumarolica è significatamente diminuita di intensità, con una recrudescenza negli anni '20, quando l'emissione di vapore e gas crebbe fortemente insieme alla temperatura, che raggiunse i 624 °C nel 1924. Nei decenni successivi l'attività diminuì nuovamente fino alla seconda metà degli anni '70, quando le fumarole crateriche erano quasi scomparse
Dal 1977 l'attività fumarolica ha nuovamente ripreso vigore, provocando l'apertura di piccole fratture sul bordo del cratere, un aumento del flusso di vapore e gas ed un incremento della temperatura, che arrivò a sfiorare i 700 °C all'inizio degli anni '90, per poi ridiscendere verso gli attuali valori intorno ai 500 °C. Negli ultimi anni le fumarole sono migrate dal bordo verso l'interno del cratere,
la cui visita è assolutamente sconsigliata.

   
torna all'inizio del contenuto